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al testo di Emilia Filocamo
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Tutte le cose hanno un nome. Lei li ha presi tutti. Non è megera, nemmeno angelica, ma muove le pedine con sapienza; nel favo ha più carte, e smiela; tutto quello che rapprende si appiccica a me con un doloroso salasso. Forse sapeva dei nostri lunedì, ha fatto quadrato con una sfera: pesce rotondo, un occhio di vetro. Forse ti riprenderebbe in casa, con il vecchio divano , ed un televisore da buona occasione. Ha ancora sulla schiena il tuo addio, rigoroso come un lutto, e nella pancia un paio di nodi, a cui hai contribuito. Le teste mollicce, dei foruncoli: mai tirati fuori, mai battezzati. Gettati via ancora crudi.
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